Un giorno conobbi Marcellina, o meglio la vidi scendere sul vetro della macchina mentre ero fermo al semaforo a Pontemaglio.

Giornata uggiosa il 28 marzo 2024, in un inizio di una primavera che non voleva arrivare. Mentre aspettavo il verde, vidi cadere una goccia, che come una lacrima poi si fece strada sul vetro e disegnò una scia che seguiva l’arco disegnato dall’archetto del tergicristallo.

A metà strada la gocciolina mi guardò e iniziò a parlarmi: “Ciao, sono Marcellina, la gocciolina, tutte le mie sorelle mi chiamano Lina però, se vuoi può chiamarmi anche tu così. E tu chi sei?”.

Stupito e incuriosito, strizzando gli occhi, mi ritrovai a rispondere a Lina “Ciao piccola, sono Paolo e sto andando a lavorare, non ho molto voglia di farlo, ma purtroppo devo. Tu che fai?”.

“Io sono appena arrivata, sto portando avanti il ciclo. Con tante mie sorelle e fratelli oggi abbiamo il compito di far piovere dove sei tu. I miei fratelli sono un po’ freddi e sono dei fiocchi di neve. Poi però si sciolgono anche loro, anzi fondono.”

“Interessante Lina, ma quanti siete e da dove arrivate?”, chiesi senza più stupore e quasi naturalmente.

“Siamo tantissimi fra gocce e fiocchi siamo milioni, arriviamo dalla nube là in alto.” e con gli occhi indicò verso il cielo plumbeo.

Sperai che il rosso durasse all’infinito per non interrompere questa conversazione e continuai con una domanda probabilmente sciocca ma che mi incuriosiva “Quando e dove sei nata Lina?”.

“Vengo da lontano, sono nata quasi sopra le isole Azzorre, due giorni fa poi il vento mi ha fatto arrivare qui. Sono nata da papà Oceano e mamma Sole”.

“Bello, anche io vorrei visitare le Azzorre, mi affascina, penso sia magnifico il paesaggio ricoperto di ortensie. Ma hai detto che la tua mamma si chiama Sole, per noi il sole e maschio, al massimo è papà…”.

Marcellina sorridendo mi ripose: “Maschio? No è una mamma bellissima e bravissima. Con il suo calore fa nascere molte cose. Ad esempio noi nasciamo per evaporazione, e poi voliamo in cielo per un po’, fino a quando siamo grandi abbastanza per lasciarci andare e iniziare la discesa”.

“Davvero Lina? Quindi il sole è femmina, devo proprio dirlo a Lara… Lina mi stai dicendo cose interessanti, non fermarti, raccontami ancora qualcosa della tua vita.”

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