Mi sono perso a guardare il fuoco.

Un fisico ci vedrà solo un processo che libera gas ed energia, sotto forma
di luce e calore.

In passato il fuoco era considerato uno dei quattro elementi assieme ad
acqua, aria e terra.

Più che una scoperta, si tratta di un controllo del fuoco da parte dell’uomo che avviene durante il Paleolitico Inferiore, periodo storico che sta tra 2,5 milioni a circa 120.000 di anni fa.

Fu un processo lento. Dapprima i fuochi accesi per cause naturali, fulmini, eruzioni, venivano controllati dagli uomini, e solo molto dopo appresero le tecniche necessarie per accendere un fuoco.

Fu un importante cambiamento nel comportamento, potevano cuocere il cibo e scaldarsi e scacciare le belve feroci. 

Davanti al fuoco della stufa, ho visto i miei antenati che cercavano di usare il fuoco, dapprima spaventati, ma pur sempre attratti. 

Ora è facile accenderne uno, basta avere un accendino, oppure un fiammifero ed ecco fatto. Mi immagino invece i primi esperimenti… chissà quante prove, quante delusioni, ma anche mi vedo la felicità dei primi successi. 

La fiamma ipnotizza: ci si perde realmente a guardare i movimenti sinuosi delle lame, che sembrano ballerini intenti in una danza primordiale. 

 Il calore che produce il fuoco poi è esso stesso rapitore, che ci tiene in ostaggio chiedendoci come riscatto la sua alimentazione. 

Mi sono perso in questi pensieri ieri guardando il fuoco della stufa, mentre fuori un vento gelido mi legava ancora di più al tepore magico del focolare.

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