La storia di Colorata, è una storia appassionante che mi ha personalmente raccontata. Incomincia all’epoca in cui non vi erano ancora macchine, la gente andava a piedi e Colorata, si spostava su un carretto.

Fin da piccola, mi raccontò, lavoravo molto. Con Massimo l’ambulante, viaggiavamo molto, si andava da un paese all’altro, tanto che avevo imparato a conoscere i luoghi in cui ci trovavamo, dalla gente che visitava il mercato.

C’era un posto che preferivo, di cui però non ricordo il nome, dove c’erano tante persone, alcune parlavano in modo strano, dicevano che era tedesco, altre con uno strano dialetto. Insomma sulla mia bancarella, mi divertivo a vedere i volti e ascoltare i discorsi della gente che passava.

Era un bel lavoro, anche se le colleghe altezzose lo facevano, a volte diventare pesante. Si facevano belle truccandosi tutte le mattine prima del mercato; “acqua e sapone”, solo quello usavo io. Odio mascara, rossetti, soprattutto la cipria, sono allergica a tutti quegli impiastri.

Infatti la gente che passava dava solo un piccolo sguardo verso di me, mentre si soffermava molto verso le altre, che ci tenevano di più a farsi notare, antipatiche!

La mia famiglia, con cui vivevo e lavoravo, era composta all’inizio dalla mamma Ricamata, il papà Argento e le cinque sorelle, Bianca, Rossana, Smeralda, Azzurra e Nerina.

Eravamo molto uniti, ero contenta di esserne parte, ci amavano tutti. Non riuscivo neppure ad immaginare a una vita senza di loro.

Un giorno però la mamma conobbe un giovane, molto bello e ricco, un certo Natalizio. Dapprima sembrava una semplice amicizia, poi lui incominciò a fermarsi sempre più con noi. Le regalava rose, la lusingava, un giorno lo vidi baciarla. E così successe una cosa drammatica: mamma scappò con il giovane e non si ebbero più notizie, ne belle, ne brutte. Piansi per giorni, poi vedendo papà che aveva bisogno di aiuto, decisi di mettere da parte lacrime e singhiozzi e di dedicarmi a lui. Si era chiuso in sé stesso, non parlava più. Sono riuscita a dargli nuovamente fiducia, a dargli ancora voglia di vivere.

La nostra vita era cambiata. Fino ad allora eravamo sei sorelle spensierate, giocherellone, chiassose. Non facevamo nulla in casa. Di tutto si occupava la mamma. Cambiò al punto che diventammo tutte più serie, scoprendo che non era per niente facile portare avanti una famiglia, occuparci delle pulizie, di tutti i lavori tipici casalinghi. Anche se ero la più piccola, avevo anch’io il mio da fare.

Tutto continuò tranquillamente per mesi. Da un luogo ad un altro a lavorare. Papà incominciò a frequentare una certa Raffa, molto simpatica, dimostrava molto affetto anche a noi, fece bene alla nostra famiglia avere di nuovo una mamma. Infatti papà decise di risposarsi, e Raffa diventò la nostra matrigna, che però non si comportò come quella delle storie, tipo Cenerentola, cattiva e perfida, ma era amorevole e sincera.

Durò poco la mia felicità. Smeralda, la più bella, la più corteggiata, trovò un ragazzo, Cuchi e capii subito che al più presto saremmo di nuovo rimasti in sette. Cuchi era un tipo molto alto e magro, lavorava come mescolatore, e assieme a mia sorella faceva una bella coppia. Si sposarono dopo sei mesi, e partirono per l’America (chissà dove si trova?). Avrei sempre voluto andarli a trovare. Ho saputo di essere diventata zia di due nipotini: Chicca e Tino, inseparabili.

Molte notti le passai insonne, pensando a Smeralda che se ne andava. Da allora però imparai ad accettare lo scioglimento della mia bella famiglia. Infatti non passò molto tempo che Bianca e Rossana furono assunte in un albergo montano, in un paesino svizzero. Scrivono lettere molto belle, descrivendo la montagna con un entusiasmo esaltante. Raccontano delle loro escursioni in cima alle vette innevate, e del panorama che si vede da lassù. Un poco le invidio, ma posso benissimo accontentarmi di come sono andate le cose per me.

Per un bel periodo di tempo siamo rimaste Azzurra, Nerina e io, con papà e mamma. Altri posti, altra gente, voci diverse, sguardi interessanti.

Azzurra, si allontanò da casa per diversi mesi, quando tornò molto cambiata era solo per dirci che si era messa con altri di una setta con uno strano nome.

Con Nerina passavo intere giornate a parlare e giocare, ma studiavamo anche parecchio. Stavamo studiando lingue con quelle riviste che escono in edicola con la cassetta. Volevamo capire la gente che passava. Naturalmente fu un buco nell’acqua. Forse non è il modo giusto di affrontare il problema.

Qui Colorata fece un grande sospiro e continuò.

Anche Nerina mi lasciò.

Pianse.

Un giorno Massimo stava lucidando il carretto e urtò malauguratamente mia sorella, che cadde dal carretto e rimase a terra senza muoversi. Massimo si precipitò da lei, ma non c’era più nulla da fare. E così con mio padre e Raffa vecchi mi ritrovai da sola, con le mie colleghe quasi tutte partite. Mi diedi allora alla lettura di libri. Da Manzoni a King, da Pirandello ad Asimov. Non mi interessavo più alla gente, ma mi immergevo nei libri, immaginando mille storie di cui ero io la protagonista.

Finché un giorno, alla bancarella si avvicinò una vecchietta, che ci guardò tutti per bene. Poi se ne andò canticchiando. Tornò dopo un’ora con un bambino biondo, a cui chiese:

“Luca ti piace quella tutta colorata?”

“Si nonnina, moltissimo”

“Guardi che però non è divisibile”, disse Massimo.

“Va bene, non ho problemi”.

Fu un vero colpo di fortuna. In casa di Luciana, la nonna di Luca, si viveva benissimo, eravamo coccolati, ammirati e soprattutto non ci mancava nulla. Io passai parecchi guai con Luca, ma fu molto bello. Ricordo ancora quando mi fece cadere, ho ancora la cicatrice visibile.

Ma la fortuna volle che nella casa bene arredata di Luciana, ci fosse anche….

Indovinate chi?

… la sorella Azzurra, che con una sua amica Viola era arrivata in quella casa due mesi prima. Mi raccontò che quella setta, era composta da giovani senza scopi, a cui piaceva solo divertirsi e rubare, così lei, quando riuscì, fuggì. Non tornò da noi perché aveva troppo vergogna. Poi conobbe Luciana, che la tenne con lei.

Da allora vivono felici al caldo, coccolati. Non viaggiano più, ma sono contenti lo stesso. Vivono di ricordi, ma anche di speranze per il futuro.

Colorata l’ho conosciuta a casa di Luciana ed è lì che mi ha raccontato tutto. La rivedo spesso. Sta benissimo e ha un sacco di amici. Vi invita tutti a casa di Luciana a bere un te…

Personaggi e interpreti: (in odine di apparizione):

Colarata (Protagonista)       Tazzina in ceramica con i colori dell’arcobaleno

Massimo (L’ambulante)       Uomo moro, occhi castani

Ricamata (La mamma)        Teiera in ceramica con ricami in oro

Argento (Il papà)                 Vassoio in argento

Bianca (Sorella maggiore)    Tazzina in ceramica colorata di bianco latte

Rossana (Sorella)            Tazzina in ceramica colorata di rosso

Smeralda (Sorella)            Tazzina in ceramica colorata di smeraldo

Azzurra (Sorella)            Tazzina in ceramica colorata di azzurro

Nerina (Sorella)            Tazzina in ceramica colorata di nero

Natalizio (L’amate)             Cestino natalizio molto addobbato

Raffa (La matrigna)            Caraffa di vetro azzurro

Cuchi (Marito di Smeralda)  Cucchiaio d’argento

Chicca (Figlia di Smeralda)  Chicchera del caffè

Tino (Figlio di Smeralda)   Piattino del caffè

Luciana (La nonna)            Donna bionda, occhi verdi

Luca (Bambino)            Ragazzino biondo, occhi azzurri

Viola (Amica di Azzurra)   Tazzina di plastica violetta

(11 Ottobre 1994)

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